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Il futuro del lavoro: economia e Intelligenza Artificiale

  |   Blog, Economy, innovazione

By Edgarodriguezmunoz (Own work) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], via Wikimedia Commons

Recentemente, in diverse occasioni, mi è stata fatta una domanda netta:

“Secondo te come si evolverà il futuro del lavoro con l’arrivo di strumenti d’intelligenza artificiale?”.

Esseri umani vs Robot

La mia visione è molto chiara: è sicuro che i robot, i software, gli algoritmi prenderanno il posto in molti lavori che oggi esegue l’essere umano e saranno in grado di farlo in maniera più ottimizzata, rapida e soprattutto senza mai fermarsi.
Però, dato che sono un inguaribile ottimista, mi piace pensare che l’Intelligenza Artificiale possa essere positiva e possa portare ad un miglioramento della vita dell’essere umano.
 

3 differenti visioni attuali sull’Uomo vs l’Intelligenza Artificiale

Elencate dalla visione più pessimistica a quella più ottimistica, questo è quello che oggi le persone esprimono:

– I Software/Robot “ruberanno” il posto di lavoro degli esseri umani e ci sarà sempre più disoccupazione e di conseguenza povertà

– I Software/Robot prenderanno il posto degli esseri umani andando ad occupare solo quelle posizioni lavorative più ripetitive e meccaniche e si apriranno nuove opportunità lavorative. Si creeranno nuove figure professionali che dovranno gestire e coordinare le macchine, educarle e soprattutto seguirle e monitorarle nello sviluppo.

– I Software/Robot prenderanno il posto dell’essere umano per la maggior parte delle attività rendendolo libero di sviluppare creatività e nuovi sviluppi nel miglioramento della vita sul pianeta, ovviamente io tifo per questa 🙂

Quello che è certo che questa rivoluzione sta già accadendo e già ne stiamo vedendo i risultati. Basti pensare alla produzione delle auto Tesla che viene fatta interamente da macchine che producono, appunto, altre macchine, che oltretutto, si guidano da sole.

Economia della consapevolezza 

Un altro tema importante che sta avvenendo è la presa di consapevolezza delle persone sul fatto che l’economia, così come è oggi, non può funzionare.
Siamo arrivati al punto che neanche stampare i soldi e darli alle banche funziona. Personalmente credo che serva un “contributo alla vita” finanziario che debba essere dato a chiunque nasca su questa terra e che possa permettere di vivere una vita dignitosa e di sviluppare la propria posizione sul pianeta.

Sicuramente ci hanno raccontato che non è possibile fare questo a causa dell’inflazione, che finiremmo presto le risorse del pianeta ecc. ecc.

Credo che certe posizioni servano solo a creare paure e a non far pensare alle soluzioni effettive: se avessimo tutti le stesse potenzialità, economiche e di tempo, non esisterebbero più ricchi o poveri ed il lavoro potrebbe essere gestito da persone che desiderano ed hanno la passione per quello che fanno.

Forse tutti potremmo collaborare verso un unico obiettivo: quello di creare un ecosistema alla vita a beneficio collettivo.

Robot e umani allo stesso livello

A questo proposito Bill Gates, durante un’intervista al giornale online “Quartz”, propone una tassazione ai robot. Se i robot pagassero le tasse ci sarebbe la possibilità di avere un reddito universale e di finanziare quei settori dove l’uomo non può essere assolutamente sostituito da una macchina, come i settori dell’assistenza ad esempio. Perché una macchina non potrà mai avere la stessa empatia di un umano. O forse si?

Inoltre penso che, parlando di  lavoro, che per come lo intendo io è passione e voglia di lasciare un segno importante del nostro passaggio sulla terra contribuendo a lasciarlo migliore di come lo abbiamo trovato, ognuno nel suo piccolo può fare tanto e la differenza sta proprio qui: il poco fatto da tanti può cambiare, in meglio, tutto quanto.

Nel frattempo ci stiamo muovendo verso un nuovo modo di lavorare, vedi lo Smart Working, dove sempre più aziende stanno usando le leve del digitale per rendere la vita più agevole e felice ai propri dipendenti dandogli orari flessibili e la possibilità di lavorare da casa o da dove desiderano, aumentando così anche la produttività, come recenti studi confermano.

Credo che il denaro vada visto come un sistema per incentivare lo sviluppo di un progetto di vita, dello studio e dello sviluppo di una passione.
E se questo denaro fosse usato per sviluppare la tecnologia e continuare a fare ricerca e migliorare il mondo dei robot e dell’Intelligenza Artificiale, non ci vedo niente di male.
Per quanto riguarda il reddito universale minimo, in Silicon Valley è già realtà. Un esperimento avviato dal più importante acceleratore di startup, Ycombinator: un assegno da 2.000 dollari al mese per un anno, come una sorta di “Premio di consolazione per chi ha avuto le vite sconquassate dall’innovazione”, come lo definisce il Guardian.

IA vs Human: conclusioni

Se ci pensiamo bene la possibilità di automatizzare molte attività sarebbe una realtà possibile già da adesso, ma non a queste condizioni. Al momento, purtroppo, questo passo rivoluzionario creerebbe un enorme problema, perché il lavoro è necessario per avere la possibilità di sopravvivere e quindi si devono lasciare dei posti di lavoro per permettere di ricavare denaro per poi poterlo spendere: se non usciamo da questa “trappola” credo che sarà difficile risolvere definitivamente questa situazione.

 

 

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