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Come sviluppare idee innovative?

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E’ possibile gestire l’innovazione come un qualsiasi progetto aziendale? Per alcuni la vera innovazione, quella geniale, è impossibile da gestire. Ma se fosse un processo da analizzare, gestire, adattare?

Guardando i bambini giocare, e a me capita spesso, è possibile rendersi conto di come la creatività si esprima in modo diverso per ognuno. Ogni bambino segue il suo schema mentale, fa i suoi passi per arrivare all’obiettivo: costruire una casa fatta di Lego, una casa sull’albero, salvare una principessa in un videogioco. Facendo fare lo stesso gioco a più bambini vedremo come l’intuizione si manifesta per ognuno di loro e tenderemo favorire l’intuizione considerata più “geniale”, fuori dagli schemi.

Se ci pensiamo bene, leghiamo l’innovazione ad una specie di processo mistico. L’innovazione è considerata più dell’arte e della scienza. I più pensano che sia legata all’intuizione, alla personalità dell’individuo, alla fortuna.

 

L’innovazione come strategia

L’innovazione ha ragione di essere caratterizzata da un’aurea di mistero. Non possibile sapere quando l’idea arriverà. Ma alcune proprietà che la rendono tale sono prevedibili. In altre parole, le aziende che fanno ricerca in materia di innovazione dovrebbero rispettare alcune regole d’oro per non perdere l’occasione di creare qualcosa che faccia la differenza.

Un nuovo studio condotto dal London Institute of Mathematical Sciences ha esaminato e portato alla luce gli step da seguire per avere un approccio aperto all’innovazione nella propria azienda. Lo studio ha coinvolto molte aziende, in diverse categorie, dall’arte, alla cucina, alla musica, tecnologia (Uber, Instagram, Dropbox tra gli altri).

 

Gli step per essere innovativi

Vediamo come l’analisi, l’osservazione, ma soprattutto l’esigenza di avere un obiettivo siano fondamentali per innovare, oggi come ieri. Solo un obiettivo chiaro (modificabile, di massima, ma pur sempre un punto di partenza) può condurre verso l’innovazione, il cambiamento. Ci dà la direzione da seguire e, spesso, il senso del nostro andare.


Scegli il tuo spazio competitivo.


Per innovare è fondamentale riflettere su alcuni aspetti: quali sono i servizi o i prodotti di cui il mio consumatore ha bisogno? In quale settore voglio entrare? E poi la fatidica domanda: cosa fanno gli altri, i cosiddetti competitor, che già operano laddove voglio arrivare anche io? Ovviamente più un settore sarà “affollato”, minori saranno le probabilità di avere successo. Inserirsi invece in un mercato non saturo, “immaturo” può dare molte più possibilità di “farcela”. Pensiamo a Uber: riuscito ad inserirsi in un mercato a bassa complessità, molto standardizzato, dove la condivisione era poco diffusa.

 

Scegli la tipologia di approccio. E la strategia dell’impazienza.

Gli autori dello studio hanno teorizzato questa nuova strategia, che caratterizza gli imprenditori delle lean startup ( un approccio radicale per il lancio di idee e attività innovative – siano imprese esordienti o progetti nuovi all’interno di grandi imprese consolidate – che aiuta ad individuare un percorso verso un business sostenibile, riducendo drasticamente tempi e costi, e, di conseguenza, la possibilità di fallire).

 

Abbiate pazienza.

La strategia dell’impazienza non vale sempre, però. Se il settore nel quale vogliamo inserirci è sovraffollato, allora dovremo armarci di pazienza e determinazione. Anche qui, un obiettivo chiaro farà luce nell’incertezza. Nel momento in cui abbiamo un progetto, la ricerca  e l’analisi dei bisogni del target permetteranno di arrivare all’innovazione, senza sapere quando e dove. Aziende come Samsung e Apple hanno continuato a studiare e migliorare, monitorando il consumatore, ed hanno raggiunto risultati senza precedenti. Ma gli investimenti in tecnologia sono stati fatti molti anni prima, anche quando sembrava impossibile che uno smartphone ci avrebbe cambiato la vita.

 

Combinare la pazienza con l’impazienza.

Non è datati saper combinare due strategie differenti, agli antipodi. Ma sicuramente analizzare il settore nel quale si opera, o si vorrebbe operare, dà molte informazioni per premere o meno sull’acceleratore. Se si entra in un mercato particolarmente sgombro da competitor, sarà utile entrare “impazienti” per poi attivare la strategia opposta con il passare del tempo. Questo permette di mantenersi innovativi: non importa quando e come, l’upgrade innovativo o il nuovo progetto potrebbero essere dietro l’angolo.

 

Ascoltare i segnali del cambiamento.

La raccolta delle informazioni è fondamentale. I big data in questo vengono in aiuto delle aziende che voglio essere innovative. L’osservazione del consumatore oggi è più immediata, aggiornata costantemente. L’evoluzione del target è visibile, interessi, attitudini, passioni, preferenze, trend: saper leggere i dati e tirare le fila è un’arma fondamentale per capire come e dove innovare. Un’azienda data-driven può permettersi di espandere la propria produzione o l’erogazione di servizi, vecchi e nuovi, innovando costantemente.

 

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