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Le nuove skill dei lavori del futuro

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Che il mondo del lavoro stia cambiando sensibilmente ormai è un dato di fatto, quello che mi chiedo sempre più spesso è come si possano preparare le nuove generazioni a questi cambiamenti.

Ormai è da tempo che si parla di nuove competenze. Non si tratta di ciò che sappiamo fare in un preciso settore, bensì di tutte quelle abilità personali ed umane che ci permettono di gestire al meglio la vita personale e professionale. La complessità della realtà, l’interconnessione dovuta all’avvento dell’internet of things, l’affermarsi, sempre di più, dell’intelligenza artificiale e il bisogno di interfacciarsi con la digitalizzazione di ampi spazi della nostra vita rendono necessario un nuovo approccio.

Cosa verrà richiesto ai bambini del futuro? Il World Economic Forum ha messo a punto una lista di competenze fondamentali che, d’ora in poi, saranno necessarie alla formazione delle nuove generazioni. Vediamo quali sono:

:: Complex problem solving: chi, oggi, non ha problemi da risolvere alzi la mano. Flessibilità, capacità di adattamento, pensiero laterale, oggi tutti sono chiamati a rileggere il problema (in tempi sempre più stretti) e trovare la soluzione con una nuova chiave di lettura.

:: Pensiero critico: saper analizzare, discernere e valutare. I soldatini oggi non servono più (le macchine sono pronte per questo e più economiche): quello in cui l’uomo può davvero distinguersi nel futuro è la capacità di valutare e creare. Da Wikipedia: “il pensiero critico trae informazioni dall’osservazione, l’esperienza, il ragionamento o la comunicazione. Il pensiero critico si fonda sul tentativo di andare al di là della parzialità del singolo soggetto: i suoi valori fondamentali sono la chiarezza, l’accuratezza, la precisione e l’evidenza”.

:: Creatività: ci rende unici rispetto all’intelligenza artificiale. Ideare, trovare soluzioni innovative ai problemi sono un plus che dovrebbe caratterizzare qualsiasi età. I giovani non devono aver paura di tirare fuori il coraggio tipico della loro età, né tantomeno dovrebbero perderlo nel corso della carriera.

:: Gestione delle persone: saper prendere delle decisioni, sviluppare un’intelligenza emotiva sono due aspetti fondamentali per gestire un team. Capire chi si ha davanti e valorizzare competenze e capacità del gruppo è sempre più importante per mantenere alti i punti che abbiamo visto in precedenza.

:: Capacità di coordinarsi con gli altri: saper fare squadra e lavorare in team non è mai scontato e permette una corretta risoluzione delle eventuali crisi, oltre ad un utilizzo intelligente delle risorse e delle competenze di ogni membro.

:: Intelligenza emotiva: capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle altrui. E’ questa indubbiamente una competenza che fa fare dei passi in avanti al team, quando un manager la mette in campo.

:: Capacità di giudizio e di prendere decisioni: un leader non può prescindere da questa competenza. Permette di gestire e risolvere le situazioni di crisi. E’ chiaro che pensiero critico e problem solving sono complementari.

:: Service orientation: in altre parole, la capacità di essere collaborativi e “premurosi”. Essere aperti agli altri, ascoltarli e comprenderne le difficoltà può dare una vera e propria svolta al lavoro di gruppo, ad un progetto, alla stessa creatività.

:: Flessibilità cognitiva: saper adattare i comportamenti, le modalità di reazione, al cambiamento della realtà. In pratica la flessibilità nel modo di pensare e di agire.

Competenze che mettono al centro l’uomo

Come abbiamo visto, le nuove competenze evidenziate non riguardano la bravura nel realizzare qualcosa, o particolari doti nel mondo digital. Sono, piuttosto, delle competenze centrate sugli aspetti tipicamente umani: l’ascolto, la flessibilità, l’attenzione all’altro, il saper risolvere problemi nel minor tempo e nel modo più innovativo possibile.

E’ indubbio che sia una rivoluzione lenta, ma inesorabile. La responsabilità del cambiamento risiede in tutti noi, genitori, educatori, formatori. Insieme alla scuola siamo tutti parte integrante di un nuovo spazio formativo, in cui il bambino possa prepararsi a vivere in un mondo che sia a sua misura e non si senta schiacciato o fuori luogo.

E’ ovvio che per attuare questo cambiamento si deve dare essere i primi ad applicare questo nuovo approccio al lavoro ed a problematiche più complesse, incarnando l’esempio positivo a cui fare riferimento.

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